Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia, nell’ambito dell’azione a tutela della spesa pubblica nazionale, ha continuato a riservare una particolare attenzione al contrasto alle frodi nella percezione, possibile fino al dicembre 2023, del Reddito di Cittadinanza, onde garantire che tali preziose risorse andassero effettivamente a sostenere le fasce più deboli della popolazione.
Attraverso mirate analisi ed incrociando le risultanze presenti nelle numerose banche dati in uso al Corpo, negli ultimi 10 mesi, è stato possibile individuare numerose posizioni irregolari, poiché prive dei requisiti oggettivi (reddituali o patrimoniali) e/o soggettivi (per l’avvenuta sottoposizione a misure cautelari personali, la presenza di condanne a titolo definitivo per determinati reati o la mancata residenza nel territorio italiano per un periodo minimo di 10 anni). Sono così stati scoperti e denunciati alla competente Autorità Giudiziaria nr. 21 soggetti che, nel periodo dal 2019 al 2023, avevano indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza, per complessivi 503.417 euro.
In particolare, nr. 11 di queste persone (249.905 euro percepiti) sono state scoperte dal Gruppo di Pistoia, nr. 3 (211.589 euro percepiti) dalla Compagnia di Montecatini Terme e nr. 7 (41.923 euro percepiti) dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pistoia. La casistica maggiormente ricorrente è risultata essere quella relativa all’assenza del requisito della residenza in Italia. Sono stati infatti nr. 11 i soggetti (principalmente di nazionalità marocchina, ma anche nigeriana e pachistana) che avevano falsamente dichiarato di risiedere nel nostro Paese da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
8, invece, i cittadini italiani e stranieri che avevano omesso di indicare di avere precedenti giudiziari che inibivano la possibilità di ottenere il sussidio, tra i quali una persona originaria della provincia di Lucca, agli arresti domiciliari in Valdinievole, nell’ambito di un procedimento per truffa e ricettazione.
In altri casi, infine, sono stati scoperti dei “finti poveri”. Particolarmente significativo l’episodio relativo ad un sessantenne di origine filippina, residente a Pistoia, che aveva ottenuto l’erogazione del reddito di cittadinanza, per euro 2.108, mentre la consorte, lavorando come colf, aveva guadagnato, ma non dichiarato al fisco, tra il 2017 ed il 2021, oltre 92.000 euro di compensi.
Le posizioni irregolari emerse sono state anche segnalate alla competente Direzione Provinciale dell’INPS, per la revoca del contributo ed il recupero delle somme già erogate.
Nel precisare che, nei confronti dei soggetti individuati, vige la presunzione di innocenza, fino alla sentenza definitiva, e che l’effettiva responsabilità penale è oggetto di valutazione nelle previste fasi processuali, si evidenzia come l’attività svolta si inquadri nelle linee strategiche del Corpo volte ad evitare che l’indebito accesso a prestazioni assistenziali ed alle misure di sostegno al reddito possa generare iniquità ed acuire le sperequazioni, mettendo a rischio la coesione sociale.